La vergine e il lupo
Artaius
Giungo dalle steppe mie care
Stanotte, del buio col favore.
Com'ella, dall'arido mio cuore
Nessuna sí¬ mi fu dato amare
Cosí¬ meditando andava il lupo
Guidato dal chiaro della luna
E come s'appressava alla padrona
L'animo via via si fea men cupo
Mio diletto, la tua bocca sa di sangue
Ed è questo un mesto tratto tuo avito
Ma un barlume di purezza pur sopito
Nel tuo petto gramo e fiero giace e langue
Madama, tal è la mia natura
Io certo non scelsi d'esser fiera
E supplice, in questa notte nera
Asilo chiedo appo la tua verzura
E dimmi, orsí¹, che posso fare,
S'il mio cuor davvero può esser puro?
Dimmi se può il mio animo oscuro
Alfin divenir degno del tuo amore.
Mio diletto, qui riposa il petto stanco:
Non temere per la tua triste sorte
Ma rifuggi la paura della morte,
Giaci finalmente qui al mio fianco.
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